Testo di: Maurizio Cristofolini
Foto di: Anna Sandrini e Fine Schaumburg
Da Londra a Istanbul in barca, un po’ a remi un po’ a vela, seguendo le antiche vie d’acqua della vecchia Europa. Un uomo e la sua piccola barca a remi per 5200 km, dalla Manica al Mar nero dal Reno al Danubio un lungo viaggio attraverso 15 paesi con tre obbiettivi ben precisi: sensibilizzare la gente sulla necessità di proteggere le acque dei fiumi, viaggiare in modo eco-sostenibile dove la lentezza è la filosofia di base e, non ultimo, evidenziare le economie sostenibili che si sviluppano lungo i fiumi. Giacomo De Stefano è partito a bordo di una piccola imbarcazione realizzata in compensato di mogano e rovere lunga solo 5,60 metri.
La barca, di nome Clodia, è un piccolo yawl costruito su disegno di Iain Oughtred. E’ una barca molto comune nei mari del nord e molto utilizzata dai pescatori delle isole Shetland, molto simile a un Drascombe di cui esiste in Gran Bretagna un’associazione che annovera più di 5000 iscritti. Come si potrà ben immaginare la barca è molto spartana. Pochissime le attrezzature di bordo, come un paio di ancore, coltelli multiuso, carte fluviali, una cerata, un sacco a pelo, un pannellino solare e poco altro. Ovviamente essendo un viaggio low-cost, anzi a zero-cost, non c’è frigo e non c’è cambusa.
Il sostentamento è assicurato dalla pesca, dalla raccolta della frutta e da tutto quanto si riceve in dono. Sì, perché questo è un viaggio dove i rapporti umani sono fondamentali. Conoscere le genti dei fiumi per capire come si vive, come si trae sostentamento, come si difende un ambiente così delicato o semplicemente come se ne godono le bellezze.
Il progetto di Giacomo De Stefano ha l’intento, come dicevamo, di attrarre l’attenzione sul disastrato ecosistema fluviale, un tempo cruciale complesso di vie di comunicazione. Parliamo di 5200 chilometri lungo i fiumi dove sorgono quasi tutte le più grandi città del centro Europa, circa 100 città, delle quali ben 4 sono capitali per un totale di quasi duecento milioni di abitanti. Sono i fiumi più importanti d’Europa, spesso abbandonati a se stessi oppure sfruttati senza scrupoli.
Lungo il loro viaggio hanno attraversato almeno 200 chiuse, tra cui quella mastodontica delle Porte di Ferro, in Serbia, poi tunnel e ponti sospesi dove la barca veleggerà a 30 metri d’altezza.
E’ questa l’avventura di Giacomo partito nell’aprile 2010 un viaggio a tappe insieme a Jacopo Epis , il secondo rematore. Ricordiamo che la barca porta due vele ma molti sono i tratti di fiume da percorrere a remi, controcorrente. Giacomo e Jacopo dormono in barca sotto un telo di camion teso tra l’albero di maestra e l’albero di mezzana. Nelle notti più fredde si riscaldano con una stufetta ricavata da una pentola modificata che serve anche per cucinare.
Bio
Giacomo è astigiano, 44 anni, laureato in architettura. Un professionista che un giorno (dopo il crollo delle Twin Towers) decide di riconsiderare il suo ruolo nella società, in questa società schiava del petrolio. A sorpresa molla tutto e va a vivere su una barca di legno ormeggiata nella Laguna veneta, qui si dedicherà alla comunicazione con un occhio di riguardo verso la salvaguardia dell’ambiente e lo farà compiendo imprese fuori dall’ordinario. Recentemente Giacomo è stato nominato dalla prestigiosa rivista internazionale Classic Boat, “Person of the Year 2013”.
Seguito dal regista bolognese Paolo Muran, l’ evento è diventato anche un film-documentario finanziato interamente con il sostegno di amici, aziende e privati che si sono appassionati all’impresa. Una sorta di fund-raising al quale si può contribuire collegandosi al sito www.riverwaterdoc.com e acquistare il dvd che uscirà a cavallo tra novembre e dicembre 2013.
Altre informazioni sul sito www.manontheriver.com