Lotta a due per le ultime 400 miglia
5 aprile 2012 – Il disalberamento di Groupama ha aperto la strada a PUMA e Telefónica come unici candidati alla vittoria della quinta tappa. La barca americana guidata da Ken Read mantiene il vantaggio sugli avversari spagnoli, quando mancano ormai meno di 400 miglia al traguardo del porto brasiliano di Itajaí. A Punta del Este in Uruguay dove sono giunti nella notte, i francesi, con l’aiuto del loro shore team stanno cercando di adattare l’albero caduto per approntare un armo di fortuna che permetta loro di riprendere la navigazione e portare a termine le ultime 600 miglia di regata in terza posizione, guadagnandosi quindi i 20 punti in palio. In Cile continuano i lavori di riparazione su CAMPER, che pure conta di rientrare in gara il prima possibile.
Col fiato sospeso
6 aprile 2012 – Continua senza un attimo di tregua il duello fra PUMA e Telefónica per la vittoria nella quinta tappa della Volvo Ocean Race. Nell’ultimo report americani e francesi erano divisi da poco più di un miglio quando ne mancano solo 49 alla linea del traguardo di Itajaí. Una lotta che sta tenendo tutti, i due team compresi, con il fiato sospeso e che probabilmente si risolverà solo a poca distanza dalla linea. L’arrivo al fotofinish è previsto intorno alle 18 di oggi. Intanto a Punta del Este in Uruguay, i francesi di Groupama 4 stanno combattendo la loro battaglia contro il tempo per poter installare un armo di fortuna e riprendere il mare per completare la tappa. A Puerto Montt in Cile, Abu Dhabi è stato caricato a bordo della nave che lo porterà in Brasile e CAMPER continua a lavorare senza sosta.
La prima volta di PUMA
PUMA ha resistito con forza fino alle miglia finali ai continui attacchi di Telefónica ed è andato a guadagnarsi una vittoria storica nella quinta tappa, la più dura e impegnativa a ragione considerata come la frazione regina del giro del mondo a vela. Il team a stelle e strisce ha tagliato la linea di Itajaì con un margine di soli 12 minuti e 38 secondi sugli spagnoli guidati da Iker Martinez, comunque protagonisti di uno dei più grandi recuperi nella storia dell’evento. Dopo oltre 7.500 miglia di navigazione in condizioni quasi al limite nel Pacifico meridionale e oltre il mitico Capo Horn, PUMA ha tagliato la linea del traguardo di Itajaì sotto un cielo azzurro e un sole splendente ottenendo la sua prima vittoria nella Volvo Ocean Race 2011/12. E’ stato un finale assolutamente mozzafiato, una battaglia per la prima posizione, in una tappa che ha visto cinque delle sei barche costrette a fermarsi per riparare i danni subiti.
PUMA Ocean Racing powered by BERG ottiene 30 punti per la vittoria, che lo porta a 113 punti nella classifica generale, ovvero 34 alle spalle dei leader, malgrado sia stato costretto al ritiro nella prima tappa a causa di un disalberamento in pieno atlantico del sud.
Groupama e CAMPER riprendono il mare
7 aprile 2012 – I francesi di Groupama 4, che sono in lotta per il terzo gradino del podio e i 20 punti relativi, hanno dovuto effettuare una sosta a Punta del Este in Uruguay per approntare un armo di fortuna dopo il disalberamento avvenuto lo scorso 4 aprile.
Il team transalpino, con l’aiuto dello shore team, è riuscito nel lavoro e, lasciata Punta del Este, ha ripreso la navigazione alle 7 di questa mattina, per coprire le 650 miglia che lo separano dalla linea del traguardo di Itajaì. Groupama 4 naviga con un equipaggio ridotto, visto che quattro velisti, incluso il navigatore Jean Luc Nélias sono sbarcati per ricongiungersi con i compagni in Brasile. La barca sta quindi navigando con un albero di fortuna ricavato dal moncone superiore, senza boma, con la randa con tre mani di terzaroli e la trinchetta. Al rilevamento delle ore 12 italiane, lo scafo arancio e verde dei francesi stava navigando a circa sei nodi, tenendo un buon passo, considerata la situazione. Intanto, l’altro team che era stato costretto a fare tappa a Puerto Montt, sulla costa pacifica cilena, ha anche ripreso il mare. CAMPER, with Emirates Team New Zealand è partito alle ore 8 di oggi e si sta dirigendo verso il punto che dista 160 miglia e dove aveva sospeso la regata, lo scorso 2 aprile. Si prevede che CAMPER possa impiegare almeno 10 giorni per coprire le oltre 3.000 miglia di navigazione verso Itajaì, incluso in passaggio da Capo Horn. Finendo al quarto posto Chris Nicholson e il suo equipaggio si garantiranno gli ultimi 15 punti in palio, visto che sia Team Sanya che Abu Dhabi Ocean Racing sono stati costretti a ritirarsi dalla tappa.
Groupama chiude eroicamente la quinta tappa
Itajaì, Brasile – 10 aprile 2012 – Sotto un cielo inaspettatamente grigio e con un vento leggerissimo, i francesi di Groupama 4 hanno potuto finalmente tagliare la linea del traguardo di Itajaì, dopo 23 giorni, 12 ore, 58 minuti e 44 secondi, mettendo così la parola fine alla quinta tappa che per loro è stata davvero eroica. Il team guidato da Franck Cammas ha infatti chiuso con un risultato magnifico e storico la frazione considerata regina del giro del mondo a vela, che aveva condotto per gran parte del percorso doppiando anche Capo Horn in prima posizione e duellando con gli americani di PUMA, fino allo sfortunatissimo disalberamento avvenuto il 4 aprile scorso a poche miglia dalla costa uruguayana. E proprio a Punta del Este, in Uruguay il team transalpino ha fatto scalo per poter approntare un armo di fortuna con il moncone superiore dell’albero e una superficie velica quindi molto ridotta, che gli ha permesso di navigare fino a Itajaì. L’equipaggio francese ha poi ripreso la navigazione il 7 aprile con soli sette uomini a bordo, incluso il prodiere neozelandese Brad Marsh, che è ripartito dopo aver ricevuto assistenza medica e cinque punti su un polso per un brutto taglio fatto durante le operazioni di recupero della randa. Groupama 4 ha tagliato la linea del traguardo, accompagnato da diverse barche spettatori, dopo un finale rallentato da un vento molto leggero lungo la costa brasiliana.
CAMPER oltre Capo Horn
Itajaì, Brasile – 11 aprile 2012 – Con l’arrivo di Groupama ieri nel porto di Itajaì, resta ora un solo team in regata. CAMPER with Emirates Team New Zeland prosegue la sua marcia solitaria e alle 2.25 della notte ha doppiato Capo Horn cominciando la risalita dell’atlantico e verso il traguardo che dista poco meno di 1.800 miglia. Concludendo la quinta tappa la barca guidata da Chris Nicholson si aggiudicherà 15 preziosi punti per mantenere la terza posizione nella classifica generale. Intanto Abu Dhabi conferma che il cargo con cui viene trasportata la barca è partito dal Cile dove il team spera di arrivare il prossimo 17 aprile per poter rientrare in competizione nella in-port di Itajaí.
Rotture e incidenti, la parola agli skipper
Itajaì, Brasile – 13 aprile 2012 – La quinta tappa da Auckland a Itajaì è stata una delle più dure e impegnative della Volvo Ocean Race, con una sola barca giunta al traguardo senza dover effettuare delle soste tecniche, una che ha finito con un armo di fortuna e due che hanno dovuto essere trasportate via nave e una ancora in navigazione.
I problemi tecnici occorsi hanno dato vita a molti commenti nel mondo dei media specializzati e sui forum, perciò si è voluto dare la parola ai diretti interessati, i sei skipper, per avere le loro impressioni.
Chris Nicholson skipper di CAMPER with Emirates Team New Zealand dice che le barche dell’ultima generazione sono difficili da costruire e da portare ma che ciò è parte integrante della Volvo Ocean Race per tenere vivo l’interesse dei fan e una componente del lavoro dei velisti professionisti che ci navigano.
Iker Martínez skipper di Team Telefónica ritiene che le rotture a bordo delle barche che circumnavigano il globo siano virtualmente inevitabili e un fattore che gli skipper e gli equipaggi devono tenere in considerazione quando elaborano le loro strategie. “Le barche si danneggiano perché sono molto veloci. Possono facilmente raggiungere i 40 nodi e per non rompere a quelle velocità la barca deve essere molto solida, quindi non l’ideale per vincere una regata. Il modo migliore per vincere un giro del mondo è avere una barca veloce e potersi fermare quando necessario. E questo è quello che abbiamo, dobbiamo saperlo e tenerne conto, tutto qui.”
Mike Sanderson di Team Sanya, che è l’unico skipper in questa edizione ad aver già vinto una Volvo Ocean Race, ritiene che le rotture siano una cosa da mettere in contro, date le incredibili prestazioni dei Volvo Open 70 dell’ultima generazione.
Ian Walker skipper di Abu Dhabi Ocean Racing da parte sua ha sottolineato come anche nelle edizioni precedenti gli incidenti siano stati molteplici. “Nella scorsa edizione abbiamo avuto solo una tappa molto dura, quella verso la Cina, non ci dobbiamo dimenticare che tre barche hanno avuto danni in quell’occasione e che le altre hanno dovuto fermarsi.”
Franck Cammas skipper di Groupama sailing team ritiene che ogni nuova generazione di Volvo Open 70 dia la possibilità ai team di renderli più stabili, imparando dalle esperienze precedenti. Cammas crede anche che tutti siano coscienti del fatto che prendere delle scorciatoie per risparmiare sia una falsa economia. “Sappiamo tutti e lo sanno gli esperti che la mancanza di affidabilità in fondo significa una perdita di tempo e di soldi. L’affidabilità è il fattore più importante e ogni regola vi è sottoposta.”
Ken Read, skipper di PUMA Ocean Racing powered by BERG e vincitore della quinta tappa, ha dichiarato che le barche odierne sono davvero troppo veloci per le condizioni come quelle che si sono incontrate nel pacifico meridionale, dove i timonieri hanno passato la maggior parte del tempo a cercare di rallentare per evitare di danneggiarle. “Credo quello sia il punto dove è il fattore umano a prendere la precedenza e ci si dice “Senti, c’è un limite entro il quale si devono portare queste barche prima che le cose finiscano in catastrofe”. Andare a 40 nodi è la cosa più stupida che si possa fare, perché si perde il controllo. Però, a volte, non si ha scelta, si prendono una o due onde e… bisogna fare di tutto per non decollare. Sono le onde, è il mare che fanno succedere gli incidenti. Le onde di più di tre metri sono normali, poi ce ne sono da quindici metri che agiscono come vere rampe di lancio e sono quelle che fanno più male.”
Photo Credits:
Hamish Hooper/CAMPER ETNZ/Volvo Ocean Race
Amory Ross/PUMA Ocean Racing/Volvo Ocean Race
Yann Riou/Groupama Sailing Team/Volvo Ocean Race
IAN ROMAN/Volvo Ocean Race