Testo di : Maurizio Cristofolini

10 dicembre 2011

Alle ore 15,00 di  domenica 10 dicembre le barche hanno girato sull’ultima boa di disimpegno nella Table Bay davanti a Città  del Capo per la nuova meta di questa seconda tappa della VOR , Abu Dahbi. Dopo una più che travagliata prima tappa da Alicante a Cape Town, che ha visto il ritiro di 3 delle 6 barche in gara e dopo un’estenuante corsa contro il tempo per portare gli scafi danneggiati all’arrivo, procedere alle dovute riparazioni in tempo per la nuova tappa  rieccoli tutti allineati e in rotta per il nuovo traguardo. Il morale è tornato alto ma anche questa tappa riserverà delle sorprese, non che ci aspettiamo altri guai ma tra correnti contrarie, basse pressioni con 50 nodi di vento e pirati l’attenzione e l’emozione sono  fortissime. Lasciamo gestire le condizioni meteo marine agli equipaggi. A proposito di pirati l’organizzazione della VOR ha previsto un piano strategico per evitare un loro malaugurato incontro. Il piano anti-pirati prevede una zona di oscuramento delle posizioni satellitari, la stealth-zone, che si estende per tutta la costa africana a partire dal nord del Madagascar alla punta nord-est della Penisola Arabica, in quest’area in un porto non ben precisato i VOR 70 verranno imbarcati su una nave e trasportati oltre la zona “calda” per poi riprendere il mare in un punto della costa del Sharjah, negli Emirati Arabi Uniti,  ad un giorno dall’arrivo ad Abu Dahbi, uno scherzo il cui costo di aggira intorno al milione di dollari.

La rotta per Abu Dahbi prevede il passaggio al largo del Madagascar,  delle isole Mauritius e Rodriguez, il primo problema che i navigatori dovranno affrontare una volta superato il Capo di Buona Speranza è la corrente di Agulhas (prende il nome dal Capo Agulhas, la punta più a sud del continente africano) questa è una corrente marina di grande importanza per il clima del Sud Africa, la sua temperatura è di circa 20°  e proviene dalle zone calde dell’Oceano Indiano , lambisce le coste del Sud Africa  influenzandone il clima e può essere paragonata  per importanza alla Corrente del Golfo, nell’emisfero nord. Questa corrente molto forte, 3/4 nodi, che corre in senso contrario ai venti e alla rotta prevista, costringerà i team ad effettuare una scelta strategica che potrebbe giocare un ruolo molto importante sull’andamento della regata. Le opzioni sono 2:

1)       rotta a NE, stando sottocosta e attraversare la corrente nel punto più stretto a nord di Port Elizabet. La corrente passa  70 miglia più al largo.

2)       rotta SE ovvero attraversare subito la corrente, dopo Capo Agulhas,  per andare a cercare i venti forti della parte sud dell’Oceano Indiano.

In ogni caso gli equipaggi dovranno vedersela con un mare incrociato formato da brevi onde confuse che già hanno causato notevoli danni nella tappa precedente. E’ questo un tratto dove gli skipper potrebbero decidere di non forzare troppo per risparmiare barche ed equipaggi. Ken Read e Ian Walker ricordano molto bene i danni riportati in questo tratto di  mare durante la precedente edizione della Volvo Ocean Race.

14 dicembre 2011

Alla  fine del 4° giorno di regata la flotta, ancora compatta attraversa nel punto più stretto la corrente  di Angulhas  tutte le imbarcazioni ( hanno scelto l’opzione 1) lasciano la costa per tuffarsi in pieno Oceano dove cominciano a distribuirsi su un largo ventaglio, a nord vediamo Telefonica che, con questa scelta, si trova ora in prima posizione mentre a sud Groupama ha scelto un rotta più lunga che potrebbe portarla più velocemente sull’alta pressione del Sud Indiano.

16 dicembre 2011

Al settima giorno di regata le barche sono ancora impacchettate tra due perturbazioni che viaggiano  alla stessa loro velocità e non consentono di prendere decisioni, sbattuti tra piovaschi e continui cambi di vento gli equipaggi non trovabno il modo di smarcarsi per dirigere verso nord , gli uomini non riescono a riposare e lo stress è forte.

18 dicembre 2011

Dopo alcune alternanze in testa alla classifica  da Telefonica prima a Groupama poi e a Camper oggi vediamo che a condurre la flotta è Team Sanya, il grande lavoro fatto  sulla barca  sta dando i sui frutti. Attraversando una tropical storm con venti da 50 nodi Mike Sanderson si è  portato in testa alla flotta.

19 dicembre 2011

Troppo bello per essere vero. Il Team Sanya e il suo skipper Mike Sanderson durante un cambio di vela rilevano un danno all’attacco della satia bassa di sinistra, fortunatamente se ne accorgono che è ancora giorno se avessero fatto la manovra di notte non si sarebbero accorti della rottura col rischio assai probabile di  far  venire giù l’albero. Decisione immediata: si abbandona la corsa per dirigere sul primo porto a sud del Madagascar  precisamente al porto commerciale di Ehoala, poco fuori dalla città di Taolagnaro. Lo sconforto è totale dopo i danni subiti allo scafo nella prima tappa questa non ci voleva quanto durerà il fermo non si sa.  Fortunatamente vicino a Taolagnaro c’è un aeroporto e gli shore Manager del Team Sanya sono già in viaggio.  Ricordiamo che gli equipaggi hanno un appuntamento in un porto segreto all’interno della stealth-zone  come previsto dal piano antipirateria, chi manca all’appuntamento perde la seconda tappa e non potrà partecipare alle in-port  race di Abu Dahbi.

Intanto il resto della flotta ha agganciato gli alisei da Est e stanno viaggiando a tutta velocità con venti al traverso da 25/30 nodi la situazione vede ancora Telefonica in testa Puma a 4 miglia , Camper a 5 nm Groupama a 35 e Abu Dahbi a 108.

20 dicembre 2011

Oggi alle 11.00 UTC Frank Cammas riprende il comando della corsa, grazie alla scelta dei giorni scorsi di portarsi più ad est ora Groupama può viaggiare più  “poggiato” rispetto al resto della flotta che deve stringere qualche grado in più, questo ovviamente gli permette velocità più sostenute. Ad ora la situazione è Groupama primo, Telefonica a 45 miglia, Puma a 54, Camper a 64  e Abu Dahbi a 161. E il distacco aunmenta di ora in ora.

Foto di:

Amory Ross / Puma Ocean Race/ Volvo Ocean Race

Yann Riou/Groupama Sailing Team/Volvo Ocean Race

Andres Soriano/Team Sanya/Volvo Ocean Race

Nick Dana/Abu Dahbi Ocean Race

Diego Fructuoso/Team Telefonica/Volvo Ocean Race