Testo e foto di: Maurizio Cristofolini
Dall’alto di piazza San Rocco si domina un panorama senza eguali, un balcone sul Tirreno meridionale con il Castello dei Ruffo che divide i due borghi. Volgendo lo sguardo a sud si vedrà lo spiaggione di ciotoli, una delle più belle spiagge della Calabria, due lunghe file di case che formano l’abitato di Marina Grande con un mare straordinariamente pulito e trasparente dai colori smeraldo e turchese. A nord della rocca invece si sviluppa Chianalea, il borgo marinaro, schiacciato tra il mare e la montagna ma così a ridosso del mare che nelle giornate di burrasca le onde penetrano sin dentro l’abitato e gli stretti vicoli che dividono una casa dall’altra.
Sono le 6 di pomeriggio e in controluce si stagliano le sagome delle spadare con le loro lunghissime passerelle dalla cui estremità l’arpionatore caccia lo spada nello stretto di Sicilia. Stanno rientrando in porto. Noi li aspettiamo per vedere il pescato: pesce spada fresco per la nostra ricetta. Ormeggiare le spadare richiede una manovra macchinosa per le lunghe passerelle che impediscono i movimenti della barca.
Una volta a terra comincia la pesatura e cominciano anche gli apprezzamenti dell’equipaggio e dei curiosi in banchina. Il rientro in porto dei pescherecci è da sempre atteso con curiosità, un rito da non mancare. E’ il momento della giornata in cui si svelano i misteri del mare nella speranza di ognuno di esaudire il desiderio nascosto di vedere qualcosa di strano strappato dalle profondità. Oggi però è diverso: non siamo noi a dover scendere negli abissi ma è lui che risale in superficie per accoppiarsi. Fino all’inizio del secolo scorso erano così numerosi da poterli fiocinare dagli scogli, poi gli scogli divennero punti di avvistamento da dove l’avvistatore segnalava la posizione alle feluche in acqua per mezzo di bandierine, oggi l’avvistatore detto “ntinneri” segnala dall’alto di un’antenna la direzione da prendere all’equipaggio sotto di lui. Andate a Scilla o a Bagnara Calabra perché quello che sembra un racconto di Omero è, per fortuna, ancora oggi una realtà.
Il nostro spada oggi lo facciamo in involtini. Per prima cosa dovremo preparare la farcia:
– tritate molto fine (magari con l’aiuto di un mixer elettrico) del prezzemolo, del basilico, della menta (poca ), dei pinoli, uno spicchio d’aglio
– aggiungete al trito un pizzico di sale e di pepe, del pane grattato e il risultato di una piccola parte di una buccia di un bergamotto (o limone) anch’essa grattugiata, aggiungete un filo d’olio e impastate
– in un tegame a parte tagliate una cipolla di Tropea, qualche oliva e qualche cappero, soffriggete leggermente e poi buttate qualche pomodorino tagliato in piccoli pezzi (un miglior risultato si ottiene togliendo la buccia dai pomodori). Fate cuocere per qualche minuto facendo attenzione che il sugo resti abbastanza liquido
– prendete alcune fette di pescespada tagliate molto sottili (2/3 per ogni commensale)
– mettetevi sopra la farcia e arrotolate
– posate una bella foglia di alloro nel senso della lunghezza e cucite l’involtino con uno stuzziacadenti in modo da prendere la carne del pesce e la foglia d’alloro insieme
– adagiate gli involtini nel tegame con il sugo facendo in modo che le foglie d’alloro restino immerse. Coprite con un coperchio e fate cuocere per 15 min. circa (il tempo di cottura dipende dallo spessore delle fette di pesce).
– impiattate e guarnite con dei ciuffi di sedano,
Buon divertimento