Un disastro alla Volvo Ocean Race

Testo di: Maurizio Cristofolini

Siamo alla fine del 18esimo giorno di regata: dalla partenza da Alicante abbiamo già 2 ritirati. Come se non bastassero il disalberamento di Abu Dhabi e i danni subiti allo scafo di Sanya, anche Puma si ritira per disalberamento. Disperazione e paura a bordo del VOR 70, che  al momento della rottura  si trovava  in pieno Oceano Atlantico, proprio  a metà strada tra il Brasile e l’Africa.

Facciamo però un passo indietro e vediamo cosa sta succedendo  in questa prima tratta. Partiti da Alicante il 5 novembre dopo una breve regata sulle boe davanti al porto, i 6 equipaggi fanno rotta verso sud  ma, solo dopo poche miglia di navigazione, una tempesta nel mare di Alboran spezza l’albero di Abu Dhabi in tre parti.  Lo skipper Ian Walker è costretto al ritiro e  il VOR 70 Abu Dhabi Ocean Racing si dirige verso Lisbona, Portogallo, dove  sarà caricata e spedita via cargo a Città del Capo, dove si stima che possa arrivare verso il 28 novembre, giusto in tempo per affrontare  le dovute riparazioni e partecipare alla seconda tappa.

Poche miglia più in là, Team Sanya, nell’urto con un onda o qualcosa di un po’ più duro (neanche a bordo sanno spiegare cosa sia realmente successo),  si procura uno squarcio lungo, nella parte stagna della prua, di quasi 2 metri sotto la linea di galleggiamento. Mike Sanderson, che in quel momento si trovava all’altezza di Motril (SP), si ritira, entra in porto e pianifica il trasferimento da Motril al  porto commerciale di Gibilterra, dove la barca sarà caricata su una portacontainer  della  Maersk Line, che parte tutte la domeniche e lunedì per  Cape Town. Nel frattempo un team di tecnici, partiti in gran fretta dal cantiere Salthouse Boatbuilders in Nuova Zelanda, ricostruirà la prua da assemblare allo scafo.

Restano in gara 4 barche: Telefonica, Camper, Puma e Groupama che proseguono la corsa verso il primo gate, l’arcipelago di Fernado De Noronha, che si trova a poche miglia dalle coste brasiliane. Già fuori dallo stretto di Gibilterra tutti puntano  sulle isole brasiliane eccetto Groupama, lo skipper Frank Camma preferisce una rotta sottocosta  e passa tra le Canarie e la costa del Marocco. Ma questa opzione gli farà perdere quasi 400  miglia, che in quelle condizioni di vento equivalgono a  più di 24 ore di ritardo sul resto della flotta.

Con un piccolo salto temporale veniamo a questi ultimi giorni e assistiamo ad un altro disastro. E’ lunedi 21 novembre: Puma  disalbera. Con soli 23 nodi di vento e un’onda di poco meno di 3 metri l’albero viene giù senza fare, fortunatamente alcun ferito. Ma cosa fare a  2300 miglia dal Sud Africa e a 650 miglia dalle isole di Tristan da Cunha, il posto più remoto e desolato al mondo? Ken Read, affranto ma non sconfitto, monta una tormentina capovolta su uno spezzone d’albero e continua per la sua rotta.  Due giorni più tardi incontrerà un cargo dal quale riceverà del carburante necessario per raggiungere Tristan Da Cunha dove la barca sarà caricata su una nave. E’ pazzesco ma di 6 barche ben 3 stanno facendo la regata su dei cargo, spostando l’attenzione dallo sport alla logistica. Ora la  mission per il team Puma  è di arrivare in tempo Cape Town, dove è già pronto l’albero di rispetto, sperando di riuscire a preparare la barca per  la partenza della tappa successiva che è programmata per l’11 dicembre.

Nella cronaca delle disavventure, un ferito purtroppo lo troviamo. E’ il prodiere sudafricano di Camper, Mike Pammenter, che nel cambiare una vela di prua scivola sul ponte lavato dalle onde, cade pesantemente prendendo una  tremenda facciata, si taglia un labbro e perde un dente.

Intanto Iker Martinez  su Telefonica è ancora in testa e dirige verso Sant’Elena per agganciare l’anticiclone dell’emisfero sud dove si trovano condizioni meteo molto impegnative.  E’ in questa parte dell’emisfero sud  che si battono i record di velocità. I  venti portanti  spingeranno Telefonica  verso est, fino a Città del Capo.  Iker  prepara la barca per i giorni di grande adrenalina. Ricordiamo che nelle precedenti edizioni della Volvo Ocean Race, Mike Sanderson su “ABN AMRO 1” percorse  563 miglia in  24 ore,  Torben Grael con  “Ericsson 4”  ben 596 miglia con medie intorno ai 25 nodi di velocità!

Mentre Telefonica cavalcherà al meglio questo fronte, Camper e Groupama, che adesso seguono a 115 miglia e 330 miglia rispettivamente, non arriveranno in tempo per approfittare di questa situazione meteo favorevole perdendo l’opportunità di recuperare lo svantaggio.  Il distacco tra il primo e i due inseguitori aumenterà in modo impressionante.

Telefonica è attesa sulla linea del traguardo nella giornata di  sabato.

Credits :

Paul Todd/Volvo Ocean Race

Amory Ross/PUMA Ocean Racing/Volvo Ocean Race

Hamish Hooper/CAMPER ETNZ/Volvo Ocean Race

Chris Cameron/CAMPER2011-12/Volvo Ocean Race

Andres Soriano/Team Sanya/Volvo Ocean Race